Storia
A Bonorva la Fontana Sansa si presentava come un grande recinto di pietre, costruito in prossimità della fonte di acque minerali, – oggi conosciuta con il nome di “Santa Lucia”- esplorata dal Taramelli nel 1919” e citata nel suo libro “Fortezze, Recinti e Fonti sacre”.“Ai piedi di una piccola costiera di rocce trachitiche brune, rivestite di querce e presso alle rovine del Nuraghe Oltovolo, in località romita e solitaria, al limite orientale del piano acquitrinoso di Santa Lucia, ed alquanto sollevato al di sopra del livello di esso, si stende un breve tratto declive di terreno in postura quanto mai pittoresca, fra rupi e piano, con l’ampia chiostra boschiva dei monti del Marghine che si aderge di fronte e gli aspri profili di Monte Rasu e dei Monti del Goceano e della Barbagia, che serrano ad oriente il vasto orizzonte. In questo tratto di terreno sgorgano dal suolo numerose polle di acque minerali, ricche di sali e sature di acido carbonico, che appunto determina l’effervescenza abbastanza viva delle varie polle, sparse in un tratto discretamente vasto di Fontana Sansa, nome datole dal popolo. Il quale attribuisce a queste fontane virtù grandissime per le affezioni renali ed epatiche ed in genere per i postumi malarici”.